...dal volumetto di prossima pubblicazione "Francesca"
(Il primo maggio) - Il primo maggio era la più attesa ricorrenza di primavera: in una radura, tra castani e pini, la rossa Torre ci attendeva per festeggiare l’imminente estate e i lavoratori.
Si saliva a piedi nel primo pomeriggio. Già l’altoparlante intonava 'Bandiera rossa' mentre la nostra riscossa si fermava al fontanino a metà costa; ci si buttava acqua in faccia e s’iniziava a guardare giù: via Veneto, l’oratorio, la Chiesa, il campanile con lo sfondo del Sacro Monte e il Campo dei Fiori.
Vi era chi saliva dalla scalinata del Geni; chi arrivava da Erbamolle; chi dalla strada che, con ripidi tornanti, dal paese portava sino alla cima. Tutti si univano e facevano festa. Tanti cantavano: “Sotto la gronda della torre antica, rondinella amica, tutti gli anni alla stessa data…”.
La Torre era là, avvolta alla base, d’edera: a noi sembrava altissima; ricordo di aver visto nessuno affacciato alla sua ringhiera.
Mio padre al tavolo con gli amici cantava 'Ohi Marì': c’erano tutti, li ho negli occhi… era bello vederli, sentirli cantare, dimentichi del lavoro, delle preoccupazioni… sotto i pini sugli aghi ci sedevamo e li ascoltavamo estasiati…
Panini, birre, gassose sfilavano davanti ai nostri occhi di perenni affamati mentre nell’aria cominciava a spandersi il profumo di Manduria, Basilicata, Rionero, vini forti, pesanti, scuri: su assi, panchine e tavoli traballanti macchiavano bianche camice, rosse cravatte e giacche primaverili.
C’era chi discuteva animatamente, chi ascoltava, chi come noi cercava il punto più alto.
Ricordo che chiamavamo i paesi della valle a cantilena, additandoli: Cazzago/Lissago, Bodio Lomnago/Capolago, Buguggiate/Bobbiate, Galliate/Calcinate, Azzate/Gavirate, Daverio/Comerio, Vegonno/Castronno, Bardello/Groppello, Castello/Brunello… ultima sempre la Schiranna, perchè non conoscevamo altra rima che Maccana ma da lassù non si vedeva. Tutto il nostro mondo era racchiuso in quei nomi… tutto lo abbracciavamo quel giorno!
Nel segnarne le bellezze indicavamo i campanili; vi era sempre chi non sapeva distinguerli, chi li vedeva per la prima volta, o chi, dalla cima di una pianta, assicurava di vedere il Lago Maggiore: ci credevamo… eravamo troppo in alto per non vederlo!
A mezzo pomeriggio arrivava il cantante, acclamato, esordiva: 'La neve ch’ha coperto la valle in fiore si scioglierà al calor del nostro amore'… Canzoni romantiche si susseguivano a richiesta, interrotte da applausi, da grida, da canterini che si ergevano traballanti, alzando il bicchiere con gli occhi lucidi, la camicia fuori ma felici dentro.
Primo Maggio
Scritto da Giorgio Sassi
Giorgio Sassi
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