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La Prima Alba

Scritto da  Giorgio Sassi
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Racconti di gioventù
"LA PRIMA ALBA"

La luna è ancora alta e le stelle, sopra le nostre teste, risplendono mentre scendiamo verso il lago. Al nostro passaggio i cani della Maccana abbaiano mentre dai Due Pini una civetta lancia stridule grida.
La discesa è deserta e l’ultimo tratto è immerso in un buio profondo. Attraversiamo la Provinciale, il fanalino della bicicletta non riesce a illuminare le buche del viottolo che conduce al lago. 
Un allocco grida in lontananza facendo eco ad altri richiami.
Man mano che procediamo le dita di Francesca si stringono sempre più ai miei fianchi. Mentre cerco di spingere la bici più forte possibile, la sento tremare. La immagino: occhi chiusi, cuore palpitante.
Finalmente giungiamo alla riva; nascondo la bici tra le canne e, dopo qualche insistenza, riesco a far salire Francesca in barca.
Fuori, il lago aperto, le darà maggiore tranquillità. 
Cerco di destreggiarmi per uscire dal canale zeppo di oggetti indecifrabili.
Le luci dei paesi che salgono verso il Sacro Monte assomigliano a lampadine di un gigantesco albero di Natale e la barca, avanzando sulle leggere onde, ne rompe i riflessi che, partendo dalla Schiranna, tremolanti cercano di attraversare il lago.
Francesca, seduta sul fondo, aggrappata alle fiancate della barca, mi sussurra di andarle vicino. Ritiro i remi e le siedo accanto.
Con qualche bacio e carezza cerco di dare calore a parole d’incoraggiamento.
Un ammasso di canne, terra e radici, come una nuvola scura, ci corre incontro cullandosi sull’acqua.
Un barlume sopra Varese ci distoglie dall’abbraccio.
Le stelle cominciano a spegnersi a una a una mentre la luna diventa sempre più pallida. Le luci, prima allungate, cominciano a ritirarsi verso riva. Ecco già si vedono i profili dei monti.
A riva, tra le canne, risuonano voci di animali lacustri.
La luce, a est, diventa sempre più marcata e come una macchia d’olio si spande verso il centro del cielo.
Sopra le nostre teste, un’ombra lunga: è una pattuglia di germane… seguendole in volo scopriamo, a ovest, un monte che, apparendo a poco a poco, si tinge di rosa.
Il tempo di scambiarci un bacio e uno spicchio giallo spunta dalla parte opposta allargandosi e arrotondandosi.
Sembra di essere in un grande anfiteatro: il sole lo illumina e i paesi, le colline, i monti sono gli spettatori… Francesca è nel centro ed io… in lei.
Mi stringe, mi dice parole…
E’ la prima volta.

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Letto 1370 volte Ultima modifica il Domenica, 04 Dicembre 2016 23:12
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Pubblicato in Racconti
Etichettato sotto
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  • racconti
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